3 consigli per passare dalle Evidenze alla Pratica
In collaborazione con una rete di ricerca basata su studi di fisioterapia, il nostro team ha recentemente pubblicato un articolo sulle sfide legate all’applicazione della pratica basata sulle evidenze. Il blog che segue riassume ciò che abbiamo scoperto e come questi risultati possono essere utili per te – fisioterapista impegnato o titolare di uno studio.
Perché questo studio è importante
Mettere in pratica le evidenze può essere difficile. La ricerca dimostra che i fisioterapisti incontrano numerosi ostacoli nell’applicazione della pratica basata sulle evidenze (1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10). Tuttavia, gli studi precedenti non sono stati specifici nel descrivere i comportamenti coinvolti, come l’accesso alle evidenze o il processo decisionale clinico. Inoltre, le ricerche che analizzano le barriere alla pratica basata sulle evidenze raramente si avvalgono di teorie comportamentali rigorose.
Cosa abbiamo fatto?
Il nostro obiettivo era descrivere:
- Le opinioni nei confronti delle evidenze scientifiche
- Le modalità di accesso alle evidenze
- I fattori che influenzano l’accesso alle evidenze
- I fattori che influenzano l’applicazione delle evidenze
Il tutto con riferimento ai fisioterapisti che lavorano nelle zone periferiche o regionali.
Abbiamo condotto un mixed methods study. Il termine mixed-methods indica diversi tipi di studi che hanno in comune l’uso di differenti fonti di dati per rispondere alle domande di ricerca. Abbiamo utilizzato dati quantitativi raccolti tramite questionari online e dati qualitativi ricavati da focus groups per raggiungere i nostri obiettivi. Ci siamo concentrati su comportamenti specifici e abbiamo applicato una teoria del comportamento (la Theoretical Domains Framework).
Cosa abbiamo scoperto?
I partecipanti hanno riferito che le evidenze scientifiche sono importanti nel prendere decisioni cliniche, ma rappresentano solo uno dei diversi fattori che influenzano le scelte terapeutiche. Abbiamo riscontrato che i fisioterapisti dedicano generalmente meno di 30 minuti a settimana all’accesso alle evidenze. Questo tempo limitato viene suddiviso tra diverse fonti (blog, podcast, articoli scientifici completi). Secondo i partecipanti, i fattori intrinseci come le proprie competenze o abilità nel reperire le evidenze non rappresentano l’ostacolo principale. Sono invece più rilevanti i fattori contestuali, come quelli ambientali e sistemici (es. struttura dei finanziamenti o incentivi per l’adozione della pratica basata sulle evidenze), oltre a fattori sociali, come la presenza o assenza di una cultura di responsabilità e mentoring.
Alcuni dei principali risultati dello studio sono stati:
1. I professionisti con poco tempo a disposizione accedono alle evidenze in molte forme diverse, spesso non tramite articoli accademici pubblicati su riviste scientifiche
Il sistema accademico “tradizionale”, basato sulla pubblicazione su riviste scientifiche, non è adatto a tutti. I fisioterapisti dedicano poco tempo alla consultazione delle evidenze, e i social media rappresentano un canale importante per molti di loro. Inoltre, i paywall costituiscono una barriera significativa. È quindi auspicabile promuovere servizi che offrano contenuti evidence-based in formato sintetico e facilmente accessibile sui social. I fisioterapisti mostrano una preferenza per l’accesso alle evidenze tramite diversi formati, come podcast e blog.
2. I mentori e gli studi professionali possono facilitare l’applicazione delle evidenze nella pratica clinica
I titolari degli studi rappresentano ancora un punto di riferimento importante per i fisioterapisti più giovani. I mentori devono essere presenti e aggiornati. Non ci sono prove che uno studio “occupato” non possa essere anche evidence-based. Molti degli ostacoli all’applicazione delle evidenze derivano dalla mancanza di supporto sociale e ambientale all’interno dello studio. Per migliorare l’accesso e l’uso delle evidenze, può essere necessario che i fisioterapisti più esperti (in qualità di mentori) e gli studi stessi attribuiscano valore al tempo dedicato alla consultazione delle evidenze. Ad esempio, prevedendo un compenso per il tempo impiegato nella giornata lavorativa per aggiornarsi o offrendo accesso a piattaforme di consultazione scientifica.
3. I fisioterapisti spesso trovano che le domande di ricerca siano poco rilevanti o che i trattamenti studiati non siano applicabili nella pratica clinica
Questa discrepanza potrebbe derivare dal fatto che ricercatori e clinici lavorano in compartimenti stagni. È fondamentale che entrambi collaborino e imparino insieme come rendere la ricerca più rilevante e applicabile nella pratica quotidiana.
In conclusione
Ecco alcuni messaggi chiave da portare a casa:
- Rifletti su come il tuo studio valorizza il tempo dedicato all’accesso alle evidenze: è considerato un “extra” o viene messo sullo stesso piano delle attività cliniche principali?
- Assicurati che i giovani fisioterapisti abbiano accesso a mentori aggiornati: sei in contatto con colleghi più giovani (o più esperti) per scambiare conoscenze?
- Contribuisci a rendere la ricerca più rilevante per la pratica clinica: se ritieni che la ricerca sia poco applicabile, forse è il momento di colmare il divario tra chi fa ricerca e chi lavora in clinica.
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