5 concetti di economia comportamentale per migliorare i risultati nei pazienti

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Scritto da Ann-Sophie De Backer info

L’attenzione principale in fisioterapia è solitamente rivolta alle hard skills. Possiamo migliorare il mal di schiena usando tecniche di manipolazione, ottimizzare la riabilitazione del LCA applicando i principi del strength & conditioning, ecc. Purtroppo, tendiamo a dimenticare le soft skills, che invece migliorano l’autonomia del paziente, il suo coinvolgimento e la sua esperienza — tutti elementi fondamentali per ottenere un esito positivo del trattamento.

In questo blog scoprirai 5 concetti importanti che miglioreranno tutti questi aspetti. E se ti stai chiedendo perché sia importante conoscere e applicare questi concetti, rifletti su questa citazione: “Se comprendiamo meglio le motivazioni intrinseche dei nostri pazienti, possiamo sfruttarle per costruire autoefficacia, partecipazione e risultati migliori.”

Questa è una citazione del Dr. Mike Studer, che ha realizzato un’eccellente Masterclass su questo argomento QUI.

 

1. Nudge (Spinta gentile)

Potresti non aver mai sentito parlare di questo concetto, ma viene utilizzato nel mondo di oggi molto più di quanto immagini. Nudge descrive il fenomeno per cui una scelta diventa più attraente quando è resa più accessibile, conveniente, semplice o comunemente adottata dai pari. Considera queste due opzioni: puoi accedere a un sito web usando il touch-ID sul tuo telefono OPPURE devi digitare l’URL, il nome utente e la password. Quale delle due opzioni ti sembra più allettante? Probabilmente la prima, giusto? Usando semplicemente il dito, risparmiamo tempo e fatica, eliminando gli ostacoli e rendendo la decisione più comoda.

Questo è esattamente ciò di cui si occupa il nudge! Esistono diversi modi per applicarlo alla pratica fisioterapica. Dall’accessibilità dello studio agli orari di apertura, è fondamentale assicurarsi che siano adeguati alle esigenze del paziente. Possiamo aumentare il livello di attività fisica dei nostri pazienti proponendo snack di esercizi anziché programmi completi: brevi esercizi eseguibili ovunque e in qualsiasi momento, così da non avere letteralmente scuse per non farli! Anche i gruppi di esercizio e le app con video completi sono esempi di nudge.

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2. Gamification

La gamification consiste nel rendere qualcosa più attraente. Attività come i programmi di esercizi a casa diventano molto più divertenti quando si aggiungono elementi tipici dei giochi o un certo livello di competizione. Rendendo l’attività piacevole, possiamo incentivare i pazienti a partecipare a qualcosa che altrimenti risulterebbe poco stimolante. Puoi usare i record personali per motivare un atleta con un infortunio alla spalla, contare i giorni in cui un paziente anziano non ha avuto cadute da quando ha iniziato la fisioterapia, oppure far indossare un orologio che segnala quanti minuti attivi ha avuto durante la giornata.

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3. Architettura delle scelte

Sfruttando in modo ottimale l’architettura delle scelte, possiamo influenzare le decisioni che i nostri pazienti prenderanno. Uno dei modi più semplici per farlo è utilizzare l’effetto primacy e recency: tendiamo a ricordare meglio la prima e l’ultima opzione presentata. Quindi, se vuoi che il tuo paziente scelga l’opzione più salutare o vantaggiosa, è utile proporla per prima e/o per ultima. Ad esempio, potresti chiedere a un paziente anziano poco motivato su cosa desidera concentrarsi nella seduta di oggi: forza, flessibilità, condizionamento o stabilità.

Offrendo diverse opzioni e lasciando a lui la scelta, aumenterai motivazione, senso di autonomia e percezione di controllo. Inoltre, proponendo l’elenco con forza o stabilità all’inizio e alla fine, aumenti le probabilità che scelga proprio quelle, cruciali per ridurre il rischio di cadute in questa popolazione. Attenzione però a non esagerare: un numero eccessivo di scelte può generare decision fatigue (affaticamento decisionale), che può portare il paziente a non scegliere nulla.

 

4. Confirmation Bias (Bias di conferma)

Il bias di conferma è la tendenza a cercare, interpretare e ricordare le informazioni in modo da confermare ciò in cui crediamo già. Questo può avere effetti sia positivi che negativi in fisioterapia. Ad esempio, se una persona è convinta che fare esercizi a casa allevierà il mal di schiena perché ha sentito esperienze positive da altri, è molto probabile che ottenga davvero un buon risultato.

Al contrario, se qualcuno è fermamente convinto che girare la testa lo farà sentire nauseato, probabilmente avvertirà davvero nausea. Come mai? Il bias di conferma può aumentare la sensibilità dei recettori sensoriali, spingendoli a cercare segnali di dolore, vertigine o urgenza.
Smontare queste convinzioni non è facile, ma è possibile. Nel secondo caso, è importante far capire al paziente che stai ascoltando e comprendendo ciò che dice, ma che desideri comunque inserire quel movimento nel programma in modo graduale e sicuro, affinché il cervello possa riabituarsi e tornare a sentirsi a proprio agio.

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5. Familiarity bias (Pregiudizio della familiarità)

Questa forma di bias rappresenta la tendenza a perseverare in ciò che si conosce o si è già sperimentato, per la comodità derivante dalla familiarità. Pensa a chi fa sempre lo stesso percorso per andare al lavoro, anche se ci sono alternative; a chi compra sempre la stessa marca di detersivo, anche se ce ne sono di più economiche; o a chi continua a rivolgersi allo stesso fisioterapista, pur non facendo progressi.

Le persone sono abitudinarie, e questo rende il cambiamento difficile. Ad esempio: hai iniziato a lavorare in un nuovo studio e stai seguendo un paziente che lo frequenta da anni. È abituato a ricevere un massaggio ad ogni seduta. Non migliora, ma lo apprezza comunque. Puoi facilmente immaginare quanto sarà difficile convincerlo ad accettare un approccio terapeutico diverso.

 

Conclusione

Spero che tu possa vedere quanto questi 5 concetti possano essere utili nella tua pratica fisioterapica. Se vuoi approfondire e saperne di più sull’economia comportamentale, ti consiglio vivamente di guardare la Masterclass di Mike Studer su questo argomento QUI.

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“L’elemento mancante nel coinvolgimento dei pazienti: economia comportamentale e tecniche psychologically-informed”

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