Come implementare la periodizzazione in Riabilitazione
A dicembre 2019 (prima che la follia del COVID decollasse) ho avuto il privilegio di frequentare il corso “Reconciling Biomechanics With Pain Science” di Greg Lehman (1).
Greg ha parlato delle potenzialità presenti nell’utilizzare l’attività che il paziente ha come obiettivo finale (nel suo caso la ginnastica) come la principale componente di un programma di riabilitazione. Esso ha discusso di come, in alcuni casi, questo possa essere utile per alcuni e controproducente per altri. Nel suo esempio specifico, aveva scoperto che continuare a lavorare sui salti mortali intensi aggravava lo stiramento addominale presente.
Questo fatto, ed un altro editoriale, mi hanno fatto pensare: “quando possiamo usare un approccio che sia concomitante alla riabilitazione e quando invece abbiamo bisogno di un approccio fasico alla riabilitazione?” (2). Parliamo molto di periodizzazione nell’allenamento della forza – in particolare nel corso dell’ultimo decennio, quando sembrava che tutti usassero la phasic periodization (lineare oppure a blocchi) o la concurrent periodization– ma essa riceve meno attenzione quando si progetta un piano di riabilitazione. Questo blog si propone di far luce sui diversi approcci alla riabilitazione. Se vuoi saperne di più sulla periodizzazione per gli atleti, dai un’occhiata alla Masterclass di Amy Arundale su Il ritorno a giocare.
Ma innanzitutto, andiamo a definire alcuni termini.
Cos’è la periodizzazione?
Nell’allenamento della forza la periodizzazione si riferisce al processo di organizzazione dell’allenamento in modo che le tue prestazioni siano massimizzate nei giorni che contano (ad esempio una gara su pista, un incontro di powerlifting, una maratona o una partita dei playoff) andando ad evitare il burnout. Alcune persone definiscono la periodizzazione semplicemente come “un piano”.
Cos’è la Concurrent Periodization?
Nella Concurrent Periodization si vanno ad allenare tutte le varie caratteristiche contemporaneamente (forza, velocità/potenza e ipertrofia) all’interno di una sessione di allenamento o in una settimana di allenamento.
L’esempio più noto di questa metodologia è l’allenamento reso popolare dai powerlifters del Westside Barbell che consiste in 2 giorni alla settimana in cui i powerlifters vengono allenati con carichi elevati (max effort method) e 2 giorni alla settimana in cui vengono allenati all’esplosività (dynamic effort method). Il movimento di powerlifting della giornata è quindi seguito da esercizi accessori con elevate ripetizioni (repetition effort method) per costruire la struttura muscolare.
Un altro esempio (meno popolare) è il sistema utilizzato da Mike Boyle Strength & Conditioning in cui una singola sessione di allenamento consisterà spesso in esercizi di potenza, forza, ipertrofia e condizionamento tutti nella stessa sessione.
Quando la Concurrent Periodization è appropriata in riabilitazione?
Un approccio di questo tipo può essere utilizzato quando tutte qualità desiderate (ad esempio forza, ROM, potenza, obiettivi individuali) possono essere allenate contemporaneamente ed in sicurezza senza peggioramento dei sintomi (a lungo termine).
Un esempio potrebbe essere un giovane atleta con una tendinopatia achillea che inizia di norma ad avere dolore a metà di una partita di basket. Dobbiamo presumere che la sua forza, il ROM, la capacità di deambulazione e l’andatura non siano così debilitate in quanto esso può superare mezza partita di basket senza dolore. In questo caso puoi lavorare su tutte queste qualità e far progredire contemporaneamente la resistenza dell’atleta durante la partita.
Ai fini di questo articolo e per semplificare qui utilizzo principalmente la popolazione di atleti, ma tutto questo può essere applicato anche alla popolazione generale ed anche agli anziani. La perdita di potenza è uno dei maggiori problemi che possono colpire gli anziani. Fintanto che essi possono gestire in sicurezza il carico, l’equilibrio e la deambulazione senza ausili (ed in assenza di problematiche mediche), la potenza/forza può essere sviluppata attraverso esercizi con resistenza/peso corporeo eseguiti con un movimento concentrico veloce (eseguito in sicurezza) in combinazione con esercizi per l’equilibrio, ROM e resistenza.
Cos’è la Phasic Periodization?
La Phasic Periodization, quando si parla di forza, è un allenamento suddiviso in fasi (settimane-mesi) dove ci si concentra su specifiche qualità. Esempi di questi allenamenti sono la periodizzazione lineare oppure la periodizzazione a blocchi in cui l’allenamento passa da una fase con ripetizioni elevate e pesi inferiori (ipertrofia o accumulo) a una fase con ripetizioni moderate e pesi moderati (forza o trasmutazione) a una fase con pesi elevati e ripetizioni basse (picco o realizzazione).
Nota: se sei interessato a saperne di più sulla periodizzazione per l’allenamento della forza e l’atletica, ti consiglio vivamente le seguenti risorse:
- The Periodization Bible by Dave Tate (3)
- Advances In Functional Training by Mike Boylen (4)
- Training = Rehab 3 By Charlie Weingroff (5)
Quando la Phasic Periodization è appropriata in riabilitazione?
Una “struttura fasica” (phasic) in riabilitazione è più appropriata di una “struttura simultanea” (concurrent) in questi due scenari:
Scenario 1:
Quando determinati prerequisiti (ad es.gestione del carico, ROM, forza, fattori psicosociali, tempo trascorso da una determinata procedura) devono essere soddisfatti prima di passare all’attività successiva.
Un semplice esempio di questo è una persona che ha subito un intervento chirurgico alla cuffia dei rotatori. Sulla base dei protocolli canadesi, il paziente terrà probabilmente un tutore per 6 settimane, sarà autorizzato ad eseguire movimenti attivi del braccio a 6 settimane e poi autorizzato ad eseguire un lavoro di rinforzo a 8-12 settimane dopo l’intervento. Ovviamente in questi casi non si può lavorare su qualità differenti simultaneamente e bisogna raggiungere determinati prerequisiti prima degli step successivi.
Un altro esempio potrebbe essere una persona con grave artrosi bilaterale del ginocchio che dipende dagli ausili per la deambulazione e ha una mobilità limitata. Esso potrebbe aver bisogno di sviluppare inizialmente un livello base di forza, ROM e la capacità di sopportare il peso prima di passare a esercizi più avanzati di rinforzo, equilibrio e potenza.
Un terzo esempio potrebbe essere una persona che presenta evitamento da paura nei confronti delle attività e che possiede elevati fattori psicosociali. In questo caso potrebbe essere necessario (potenzialmente in collaborazione con professionisti della salute mentale) lavorare innanzitutto per ridurre questi fattori al fine di portare questa persona ad un livello in cui può iniziare a partecipare maggiormente alla terapia attiva.
Scenario 2:
Le attività poste come obiettivo vanno ad esacerbare e/o aumentare i sintomi nel lungo termine.
Lo vedo molto nei miei amici che fanno powerlifting e che continuano a spingere con gli esercizi anche se questi vanno ad esacerbare i loro sintomi ed a influenzare negativamente il loro percorso riabilitativo. In questi casi potrebbe essere necessario effettuare delle regressioni in termini di carico (ad es. abbassare i carichi e/o diminuire i volumi di allenamento) o di ROM (ad es. squat) per consentire alle aree interessate di desensibilizzarsi.
Concludendo
La periodizzazione o la pianificazione di un programma di riabilitazione o di allenamento coinvolge molti fattori e non è sempre così semplice da realizzare come descritto in questo articolo. Spero che questo blog ti possa fornire alcune utili informazioni su come/quando utilizzare un approccio “Concurrent” o “Phasic”. Se ti è piaciuto questo blog ti consiglio vivamente di dare un’occhiata alla Masterclass di Amy Arundale sul ritorno in campo negli atleti per scoprire ulteriori strategie di periodizzazione. Grazie per aver letto il Blog!
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La dottoressa Amy Arundale ha creato una Masterclass per noi:
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