Dovresti fare stretching in caso di lesione muscolare?
Gli infortuni muscolari comprendono fino al 55% di tutti gli infortuni subiti a livello sportivo (1). Noi fisioterapisti, preparatori atletici e coach sportivi dovremmo cercare di migliorarci nella prevenzione dagli infortuni muscolari, poiché la maggior parte di questi è evitabile (2). Una domanda che spesso viene posta ma a cui viene data poche volte una risposta adeguata nella gestione degli infortuni muscolari è:
“Devo fare stretching in caso di lesione muscolare?”
Questo blog vuole cercare di rispondere a questa domanda, delineando al contempo chiare linee guida sulla riabilitazione per aiutare i professionisti a creare percorsi riabilitativi di successo per i loro pazienti.
Per uno sguardo più dettagliato sugli infortuni muscolari, assicurati di dare un’occhiata alla Masterclass del dott. Nicol van Dyk sul carico ottimale da utilizzare in caso di lesioni muscolari.
Meccanismo di infortunio
Prima di delineare una linea d’azione nel post-infortunio, dobbiamo innanzitutto comprendere il meccanismo dell’infortunio:
Gli strappi muscolari si verificano quando la forza applicata al tessuto genera uno stress o uno sforzo maggiore di quello che il tessuto può sopportare. Ciò danneggia le miofibrille (fibre muscolari) a causa di rapide contrazioni eccentriche (in allungamento) spesso durante i movimenti di accelerazione o decelerazione (3).
Fare stretching in caso di lesione muscolare sarebbe come ripetere il meccanismo di lesione e questo potrebbe aumentare la possibilità di danneggiare ulteriormente un’area già indebolita. Pertanto, riconoscendo che le tensioni si verificano ponendo carico sulle fibre muscolari oltre la loro capacità, ciò ci consente di dire che l’allungamento oppure il sottoporre carico nel breve termine sarebbe probabilmente svantaggioso.
Tuttavia, evitare lo stretching nel lungo termine non è la soluzione migliore. Prima di immergerci nelle linee guida sulla riabilitazione in caso di lesioni muscolari dobbiamo prima capire come classificare la gravità della lesione ed essere consapevoli del naturale processo di guarigione.
Classificazione delle lesioni muscolari
Di seguito è riportato il noto sistema di classificazione delle lesioni muscolari.
Le lesioni muscolari si verificano più comunemente a livello della giunzione miotendinea (MTJ) quando la forza viene trasferita dal muscolo al tendine. Mentre molti credono che questa sia la precisa posizione in cui il muscolo incontra il tendine, l’MTJ in realtà è meno definita di quel che si pensa in quanto spesso molte fibre della MTJ convergono all’interno del ventre muscolare stesso. Questo è noto come tendine intramuscolare in cui le miofibrille si attaccano al tendine all’interno del muscolo stesso e questo è un altro sito di localizzazione per gli infortuni muscolari (1).
Sulla base di queste informazioni, il BJSM ha proposto un nuovo sistema di classificazione clinica per le lesioni muscolari che identifica la posizione specifica della lesione all’interno del muscolo. Questa distinzione è necessaria poiché ora sappiamo che la vicinanza della lesione all’osso tipicamente allunga i tempi di riabilitazione. Pertanto, utilizzando entrambe le classificazioni, possiamo valutare con maggiore precisione il recupero previsto. Ciò è in gran parte determinato dalla localizzazione e dal numero di fibre muscolari danneggiate (4).
Infine, i tassi di recidiva delle lesioni muscolari sono >30%, quindi è importante istruire i nostri pazienti su come gestire al meglio queste lesioni sia nel breve che nel lungo termine (5).
Fasi di guarigione della lesione muscolare (e proposta di applicazione pratica) (4)
Fase 1: Fase degenerativa/infiammatoria
→ Rottura e necrosi (morte) delle fibre
→ Risposta infiammatoria: formazione di ematoma (gonfiore e coagulazione del sangue all’interno del tessuto muscolare)
Applicazioni pratiche
- Evitare il riposo completo, ghiaccio e FANS (6)
- Non creare DANNI (Alcol, calore, corsa, massaggio) (7)
Fase 2: Fase rigenerativa
→ Fagocitosi del tessuto necrotico
→ Attivazione e proliferazione delle cellule satellite
→ Rigenerazione delle miofibre
→ Formazione di tessuto cicatriziale
Applicazioni pratiche
- Iniziare la mobilizzazione, carico graduale per stimolare il processo riparativo e ridurre la creazione di tessuto cicatriziale (7)
Fase 3: Fase di rimodellamento
→ Maturazione delle miofibrille
→ Riorganizzazione del tessuto cicatriziale
→ Possibile fibrosi
Applicazioni pratiche:
- Eseguire esercizi di rinforzo (5,8)
Indipendentemente dalla classificazione, tutti gli infortuni muscolari passano attraverso questo processo. La velocità con cui ciò si verifica cambierà a seconda della gravità della lesione. Una volta determinata la posizione e la gravità, la domanda più importante è: come utilizziamo questa classificazione per guidare la nostra riabilitazione?
L’integrazione è fondamentale. Non ci si dovrebbe basare su tempistiche arbitrarie ma più che altro assicurarsi che i pazienti seguano le varie fasi riabilitative in sequenza e con gradualità.
Percorso riabilitativo proposto in caso di lesione muscolare
Di seguito potete trovare un protocollo riabilitativo da seguire post lesione muscolare:
- Relativo riposo + mobilizzazione precoce
- Ridurre l’attività ed evitare un peggioramento della lesione
- Iniziare movimenti attivi blandi per promuovere il recuparo attivo (incremento del flusso sanguigno nell’area di lesione)
- Recuperare il Range di Movimento
- Focus sull’incremento del range articolare attraverso stretching attivo graduale
- Evitare lo stretching passivo ed elongazioni muscolari eccessive
- Incremento dell’Endurance
- Bassa intensità (carico/resistenza), alto volume (ripetizioni)
- Focus sull’incremento della resistenza muscolare attraverso contrazioni muscolari concentriche
- Incremento del carico
- Incremento dell’intensità (carico/resistenza), diminuzione del volume
- Stressare la struttura muscolare attraverso l’allenamento della forza
- Incremento della velocità
- Contrazioni muscolari ad alta velocità
- Stage finale: ritorno alla velocità massima (questo dovrebbe includere anche esercizi che vanno a mimare il meccanismo di infortunio)
Per ulteriori informazioni sui processi decisionali da seguire post lesioni muscolari e sulla conseguente riabilitazione andate a vedere la Masterclass del dott. Nicol van Dyk sul carico ottimale da utilizzare in caso di lesioni muscolari.
Riduzione del tasso di re-infortunio
I criteri da utilizzare per valutare la fine del percorso riabilitativo differiranno a seconda dell’obiettivo del cliente sia esso il ritorno alla funzione, all’allenamento o alla performance. Ognuno di questi richiede una intensità e carico di lavoro maggiore rispetto al precedente. In definitiva, il percorso riabilitativo non è completato quando i nostri clienti sono senza dolore o quando ritornano ai livelli di funzionalità e forza pre-infortunio. La riabilitazione dovrebbe continuare fino a quando le strutture coinvolte saranno più resilienti rispetto ai livelli pre-infortunio. Ciò richiede che la riabilitazione si evolva in allenamento della forza e condizionamento fisico per il mantenimento nel tempo dei risultati ottenuti (8).
Focalizzazione sui fattori di rischio
È importante notare che una singola contrazione eccentrica, con uno sforzo sufficientemente rapido, può essere sufficiente a provocare uno strappo muscolare indotto meccanicamente, indipendentemente da altri fattori. Nonostante questi casi puramente meccanici, la maggioranza degli infortuni muscolari è di natura multifattoriale. Identificare ed affrontare i fattori di rischio sottostanti è fondamentale se vogliamo riabilitare con successo e prevenire efficacemente le lesioni muscolari (9).
I muscoli che sono intrinsecamente più suscettibili alle lesioni sono (8):
- Muscoli bi-articolari (passano attraverso 2 articolazioni)
- Muscoli caratterizzati da contrazioni eccentriche
- Muscoli con una più alta percentuale di fibre a veloce contrazione (tipo II)
I fattori modificabili che hanno un ruolo nelle lesioni muscolari includono (8):
- Inadeguato warm-up
- Infortunio precedente al muscolo interessato o alle articolazioni associate (ostacolo ai tipici schemi di movimento)
- Insufficiente range di movimento e/o flessibilità
- Debolezza o affaticamento muscolare
- Recupero inadeguato (nutrizione, idratazione, sonno)
- Ridotta perfusione sanguigna (a causa di patologie)
Conclusioni
Gli infortuni muscolari possono sembrare semplici da riabilitare. L’utilizzo del dolore come marcatore del processo di guarigione può essere fuorviante poiché questo in genere si attenua in tempi relativamente brevi con un intervento minimo e sappiamo che i tassi di recidiva sono alti.
Pertanto, le linee guida proposte per la riabilitazione delle lesioni muscolari delineate in questo blog vogliono essere di aiuto nel trattamento di questi infortuni e portare i pazienti verso un processo riabilitativo più completo. Come clinici, è nostro compito facilitare il recupero completo ed a livelli più alti rispetto al pre-infortunio per favorire una maggiore resilienza nel lungo termine ai nostri clienti.
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