Lesioni Ossee da Stress con Stuart Warden
La nostra Great Expectations series è stata davvero popolare con oltre 2000 letture! Il prossimo in questa serie di puntate è un mio eroe! Il professor Stuart Warden è un fisioterapista, ricercatore e vicedirettore del BJSM. Il suo articolo sulle lesioni da stress osseo nei runners (Warden et al. 2014) è uno dei miei articoli preferiti e sicuramente una lettura obbligatoria per chiunque si occupi di running. Quindi ero assolutamente felice quando egli ha accettato di rispondere alle nostre domande su cosa aspettarsi dopo una lesione da stress osseo. Assicurati di seguire Stuart su Twitter al link @StuartJWarden e dai un’occhiata alla sua vasta raccolta di studi.
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Quanto prevedi possa durare la riabilitazione per qualcuno con questa condizione?
Una lesione da stress osseo può variare da una “reazione ossea” (struttura ossea dolorosa senza rottura) a una frattura da stress più avanzata (struttura ossea dolorosa con linea di rottura). In genere, le reazioni ossee guariscono più velocemente delle fratture da stress, quindi quanto prima viene fatta una diagnosi, tanto più rapido è il recupero. Tuttavia, non tutte le reazioni ossee e le fratture da stress si creano con le stesse modalità. Il trattamento ed il recupero possono variare notevolmente a seconda dell’osso interessato e anche di dove si trova la lesione nell’osso specifico. La posizione della lesione da stress determina se la lesione è a basso o alto rischio di progressione. Le lesioni da stress ad alto rischio si verificano in siti specifici, come la parte anteriore dello stinco (bordo anteriore della tibia), l’aspetto superiore dell’anca (corteccia superiore del collo femorale), il navicolare ed il quinto metatarso nel piede, per citarne alcuni. Le lesioni da stress osseo in questi siti richiedono spesso un intervento specifico e aggressivo come la chirurgia o l’immobilizzazione prolungata e il riposo che può durare fino a 6 mesi. Fortunatamente, le lesioni da stress osseo ad alto rischio non sono comuni nel runner.
Il resto di questo blog si concentra sulle più comuni lesioni da stress osseo a basso rischio. Sono definiti a basso rischio in quanto si verificano in siti che guariscono facilmente, come lungo il bordo interno dello stinco (tibia), nell’osso esterno della gamba (fibula) e nelle ossa metatarsali centrali verso la parte anteriore del piede. Le lesioni da stress osseo in questi siti guariscono senza un trattamento specifico e con un periodo di attività modificata. Il tempo di riabilitazione per una lesione da stress osseo a basso rischio può variare a seconda che si tratti di una reazione allo stress semplice o più avanzata, ma il tempo di guarigione tipico è di 6-8 settimane.
Descrizione di un tipico percorso di Riabilitazione
La prima fase della riabilitazione riguarda una diagnosi accurata. La diagnosi di una lesione da stress osseo viene solitamente effettuata tramite esame clinico valutando la presenza di dolorabilità ossea puntiforme e da ciò che il runner dice all’operatore sanitario. L’imaging di solito non è necessario e non informa necessariamente su ciò che deve essere fatto quando il dolore osseo è in un sito a basso rischio. Se viene eseguita l’imaging, di solito inizia con una radiografia; tuttavia, molte lesioni da stress osseo non sono visibili ai raggi X, in particolare durante le prime fasi della lesione. L’assenza di riscontri radiografici non significa che la lesione non sia presente. Una risonanza magnetica può essere ordinata, ma spesso non è necessaria e rappresenta una spesa extra.
Una volta fatta la diagnosi, il passo successivo è creare un piano di trattamento. Storicamente, una lesione da stress osseo in un sito a basso rischio significava riposo completo per un determinato numero di settimane prima che l’atleta tornasse semplicemente alla normale corsa. Ora riconosciamo gli effetti fisiologici e psicologici avversi del riposo completo nei runners ed incoraggiamo il ritorno a qualche forma di corsa il prima possibile. Ciò si ottiene introducendo lentamente la corsa e monitorando attentamente il dolore nel sito della lesione da stress osseo.
Il primo passo per tornare a correre è innanzitutto non provare dolore durante le normali attività di vita quotidiana, come la camminata in generale. Se un runner prova dolore durante le normali attività può usare le stampelle o ricevere uno stivale per un uso temporaneo. Questi possono essere usati per una settimana prima di rivalutare per vedere se ora possono camminare senza dolore e quindi senza ausili. Durante questo periodo iniziale e durante l’intero processo di riabilitazione, la forma fisica può essere mantenuta con la corsa in acqua e con la cyclette. La corsa in acqua richiede un po’ di pratica, ma è particolarmente utile per imitare alcuni dei meccanismi della corsa normale senza il carico dato dall’impatto.
Una volta che il runner è senza dolore per 5 giorni consecutivi di attività abituali, può iniziare uno specifico programma di carico graduale che ha l’obiettivo di introdurre carichi controllati e progressivi sul sito infortunato. Esistono molte varianti di programmi a carico graduale e possono essere personalizzati individualmente; tuttavia, uno che ci piace prevede sessioni di 30 minuti separate da giorni di riposo. La prima fase inizia con una camminata di 30 minuti e prosegue con una durata crescente del jogging (corsa al 50% del ritmo normale) e una durata decrescente della camminata. La seconda fase prevede l’aumento progressivo del ritmo di corsa fino a correre per 30 minuti al ritmo normale, mentre la terza fase consiste nel correre per 2 giorni consecutivi seguiti da un giorno di riposo. La fase finale comprende la corsa individualizzata fino al completo ritorno alle attività di corsa desiderate.
La progressione attraverso ogni fase del programma di corsa è determinato dal dolore nel sito della lesione da stress osseo. Se un runner è in grado di completare una sessione senza dolore e non avverte sintomi latenti (ad es. dolore più tardi quel giorno/notte o la mattina/il giorno successivo), può tranquillamente passare al livello successivo del programma con la consapevolezza che la lesione sta tollerando il carico. Se, tuttavia, si avverte dolore nel sito della lesione da stress osseo, si deve interrompere immediatamente la sessione e, nella sessione successiva, tornare al livello precedente che si è riusciti a completare con successo. I progressi nel programma sono spesso lineari; tuttavia, si possono verificare battute d’arresto, soprattutto all’inizio del programma, quando la patologia può essere un po’ più delicata. La chiave è progredire solo alla velocità consentita dalla patologia prestando attenzione ai possibili sintomi presenti.
Quali barriere incontrano spesso i pazienti?
Le lesioni da stress osseo a basso rischio in genere non rappresentano una preoccupazione importante in termini di mancata guarigione o progressione verso una frattura completa. Tuttavia, non è raro che un runner subisca un’altra lesione da stress osseo in futuro. Questi di solito non sono una ricorrenza della lesione da stress originale poiché si verificano in una posizione diversa dell’osso o in un osso completamente diverso, ma indicano che qualunque cosa abbia contribuito alla lesione iniziale non è stata affrontata adeguatamente.
Quali fattori potrebbero avere un effetto negativo sulla prognosi?
Poiché le lesioni da stress osseo a basso rischio guariscono facilmente, la prognosi è generalmente molto buona. Tuttavia, il recupero può essere ritardato procedendo troppo rapidamente attraverso un programma di carico graduale portato avanti ignorando o non considerando la presenza di dolore osseo o cercando di fare troppo e troppo presto. Allo stesso modo, i fattori che influenzano la normale guarigione ossea possono influenzare i tempi di guarigione delle lesioni da stress osseo, tra cui fumo, diabete, cattiva alimentazione, salute ossea sottostante compromessa, disturbi o disfunzioni endocrine, solo per citarne alcuni. Gli ultimi tre hanno particolare rilevanza nelle donne che corrono con relativa carenza energetica (cioè una carenza tra l’apporto energetico alimentare e il dispendio energetico necessario per la salute e le attività della vita quotidiana, la crescita e le attività sportive).
Quali fattori potrebbero avere un effetto positivo sulla prognosi?
Attualmente non esistono comprovate tecniche per accelerare la guarigione delle lesioni da stress osseo. Alcuni ricercatori hanno esplorato l’effetto degli stimolatori ossei (come ultrasuoni a bassa intensità e campi elettromagnetici). Sappiamo che queste modalità non fanno male, ma non sappiamo se sono efficaci nel ridurre i tempi di guarigione. Alcuni individui hanno provato agenti farmacologici /farmaci (come l’ormone paratiroideo), ma ancora una volta non ci sono prove che funzionino per le lesioni da stress osseo.
In assenza di tecniche per ridurre i tempi di recupero, è importante durante il recupero cercare e affrontare eventuali fattori che possono aver contribuito alla lesione da stress osseo. Poiché una storia passata di una lesione da stress osseo è il principale fattore di rischio per una lesione da stress osseo, è necessario identificare i fattori che hanno contribuito alla lesione originale. Per avere un risultato positivo a lungo termine (cioè non incappare in un’altra lesione da stress osseo), è importante considerare:
- La progettazione del programma di allenamento: i runners devono valutare il loro programma di allenamento in modo che i carichi acuti (cioè i carichi nell’ultima settimana) non siano superiori di circa il 10% in più rispetto ai loro carichi cronici (cioè i carichi medi nelle ultime quattro settimane). I carichi qui possono essere definiti dalla distanza percorsa a settimana e dall’intensità/ritmo della corsa. Solo uno di questi dovrebbe essere cambiato quando si esegue una progressione, con l’aumento della distanza che di solito precede qualsiasi aumento del ritmo.
- Salute e nutrizione delle ossa: una scansione DXA può essere utilizzata per vedere se vi è una cattiva salute ossea sottostante, in particolare nelle donne che tendono ad avere una relativa carenza a livello energetico.
- Biomeccanica: negli individui con una storia di ripetuti infortuni da sovraccarico, comprese le lesioni da stress osseo, può essere utile affrontare la meccanica della corsa e ridurre il carico dato dall’ impatto attraverso qualsiasi mezzo possa funzionare per il singolo runner (ad esempio diminuendo “l’intensità dell’impatto a terra”, aumentando la cadenza della corsa, ecc.)
Per ulteriori informazioni sulle lesioni da stress osseo, consiglio ancora una volta l’articolo di Stuart del 2014, ne trarrai molto vantaggio!
Questo testo è stato originariamente pubblicato sul sito Web di Tom Goom. Puoi fare clic qui per leggere altri suoi blog.
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