Cosa i fisioterapisti dovrebbero conoscere sullo strength & conditioning

Lettura di 9 min. Postato in Prescrizione di esercizi
Scritto da Elliot Taylor info

Come Strength and conditioning coach ho avuto la possibilità di lavorare in vari ambienti, dalla popolazione comune facendo personal training allo sviluppo atletico degli atleti giovanili ed ora con gli atleti professionisti di rugby al “Parramatta Eels”.

In tutti questi ambienti c’è un’unica certezza, quasi tutti gli atleti almeno una volta vanno incontro ad un infortunio. Quello che ho potuto notare è che la maggior parte dei fisioterapisti hanno delle lacune nello strength and conditioning (così come i coach di strength and conditioning hanno lacune nella riabilitazione!). Troppo spesso vedo fisioterapisti eccellere nella diagnosi e nella gestione acuta di un infortunio ma peccare quando si tratta di far tornare gli atleti all’allenamento e ai livelli di performance precedenti all’infortunio. Penso che i fisioterapisti sarebbero molto più competenti e preparati al lavoro con gli atleti se conoscessero i principi base della periodizzazione, del ritorno allo sport e della progressione degli esercizi. Spero di potervi aiutare a migliorare le vostre conoscenze in queste aree in questo articolo!

In questo articolo non riuscirò a coprire in modo esaustivo tutti gli argomenti. Se ti piacerebbe imparare di più sulla programmazione dell’allenamento nei pazienti attivi o negli atleti assicurati di dare un’occhiata all’eccellente masterclass di Sam Blanchard intitolata “il ragionamento clinico nella riabilitazione

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PERIODIZZAZIONE

Potrei veramente perdere il senno se vedessi prescritta un’altra volta la rotazione esterna con banda elastica verde ad un atleta con impingement subacromiale! Anche se questo esercizio potrebbe avere un suo ruolo durante la riabilitazione, la sua prescrizione classica in 3×10 non potrà apportare benefici a lungo termine. Così come nello strength and conditioning, la riabilitazione deve implicare il sovraccarico progressivo. Sebbene gli esercizi di attivazione possano essere efficaci nella fase acuta, mi è capitato raramente di vedere un fisioterapista passare allo step successivo o almeno passare alla banda elastica blu dopo 2 settimane!

I nostri esercizi dovrebbero avere l’obiettivo di aumentare il carico gradualmente nel tempo, mettendo alla prova il nostro paziente nel corso della riabilitazione. Questo concetto non vale solo per gli esercizi “correttivi” ma anche per gli esercizi in palestra, per l’allenamento della velocità e dell’agilità e per le richieste sport specifiche come il contatto nei giocatori di rugby. Una volta che un’atleta ha sviluppato capacità di carico dovrebbe passare al miglioramento della forza e della potenza coerentemente con le richieste atletiche anziché rifugiarsi nell’angolo della palestra con gli elastici nel “purgatorio della riabilitazione”. Sia i coach di strength and conditioning che i fisioterapisti dovrebbe conoscere la definizione di forza e potenza così come la prescrizione degli esercizi per ottimizzare queste capacità. Approfondirò l’argomento più avanti in questo articolo.

 

I COACH DI S&C E I FISIOTERAPISTI DOVREBBERO LAVORARE ASSIEME!

Sono fermamente convinto che per ogni infortunio entrambi fisioterapisti e coach di S&C dovrebbero avere una conoscenza approfondita delle fasi di riabilitazione, dei criteri di passaggio da una fase all’altra basati sugli outcome di performance e NON sul tempo e sui diversi programmi volti a reintegrare l’atleta nell’allenamento. Durante tutte le fasi della riabilitazione sia il coach di S&C che il fisioterapista dovrebbero lavorare assieme. L’atleta infortunato non è responsabilità soltanto del fisioterapista. Sin dalle prime fasi il coach di S&C dovrebbe essere coinvolto nei processi decisionali per allenare nei migliori dei modi l’atleta nonostante l’infortunio e mantenere il più possibile le capacità atletiche dell’individuo. Ad esempio, se l’atleta ha un infortunio a carico del legamento collaterale mediale, il coach di S&C dovrebbe continuare ad aiutare l’atleta attraverso l’allenamento dell’upper body e attraverso il cardio/conditioning. E magari proporre esercizi alternativi per il lower body che siano meno impattanti sul ginocchio, come hip thrust o stacchi rumeni. Allo stesso modo, il ritorno all’allenamento dell’atleta non dovrebbe essere soltanto responsabilità del coach di S&C. Durante questo periodo il fisioterapista dovrebbe monitorare i livelli di dolore, il gonfiore, l’integrità dell’area infortunata attraverso testi clinici, ecc.

I migliori outcome per gli atleti si osservano quando il decision-making è condiviso tra il fisioterapista e il coach di S&C e la comunicazione tra i due professionisti è aperta ed efficace. è un peccato che tutto questo normalmente avvenga soltanto a livello professionistico.

 

LE FASI DI RIABILITAZIONE E DI RITORNO ALLO SPORT

Tipicamente la riabilitazione dell’atleta si divide in in 4 fasi.

fase uno (fisioterapia “leggera”)

In questa fase si lavora per ripristinare il ROM attivo, diminuire il dolore e il gonfiore, introdurre esercizi “correttivi” ed esercizi che non compromettono i processi di guarigione e che promuovono la capacità di carico dei tessuti. In questa fase la banda elastica verde è fondamentale! Negli esercizi il carico deve rimanere basso ma il volume è alto (circa 3-4 serie da 10-15 ripetizioni)

fase due (forza)

è arrivato il momento di gettare le bande elastiche e tirare fuori manubri, bilancieri e macchinari! In questa fase miriamo a rinforzare progressivamente l’area infortunata. Il volume dovrebbe iniziare moderato per poi lentamente diminuire mentre l’intensità dovrebbe progressivamente aumentare (e.g. settimana 1-2 – 3×8 ripetizioni, settimana 3-4 – 3×6, settimana 5-6 – 3×4). In questa fase l’atleta dovrebbe utilizzare carichi che lo portano vicino al cedimento, i.e. avere solo 1-2 ripetizioni in riserva alla fine del set.

fase tre (potenza)

Adesso è l’ora di diminuire i carichi e muovere il bilanciere più velocemente! Vengono introdotti gli allenamenti balistici e pliometrici, allenamenti con resistenze elastiche e i metodi di lavoro a contrasto (e.g. lavori in superserie di esercizi pesanti come lo squat associati ad esercizi più leggeri con un pattern di movimento simile come il box jump). In questa fase la prescrizione degli esercizi deve puntare e migliorare la potenza generale, i.e. esprimere la forza guadagnata nella fase precedente il più rapidamente possibile! 3-4 serie da 3-5 ripetizioni con lunghi tempi di recupero da almeno 3 minuti sono la cosa migliore per lo sviluppo della potenza. No, serie da 20 box jumps NON è allenamento della potenza.

fase quattro (ritorno all’allenamento e ritorno allo sport)

A seconda del tipo di infortunio dovrebbero esserci dei criteri di ritorno allo sport che l’atleta deve raggiungere prima di essere reintegrato nella sua attività. è necessario intraprendere un percorso di diverse settimane prima di tornare a partecipare all’allenamento di gruppo dato che tornare subito all’allenamento completo dopo aver fatto solo lavoro di riabilitazione risulterà in un aumento troppo rapido del carico esponendo così l’atleta ad un aumento del rischio di infortunio. Ad esempio un atleta di calcio che arriva da una rottura dell’LCA potrebbe iniziare il processo di ritorno allo sport partecipando al riscaldamento e ad esercizi basici di passaggio e di cambio di direzione pre-determinati, rimanendo fuori nelle attività di gioco e negli esercizi di reattività. In palestra e in campo, durante questa fase, dovremmo includere gesti sport specifici e preparare l’atleta alle richieste del suo sport.

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Credit – @Michael_barbellmedicine

 

PROGRESSIONI DEGLI ESERCIZI

Spesso, in seguito ad un infortunio, l’atteggiamento dei fisioterapisti è quello di evitare qualsiasi esercizio che coinvolga l’area lesionata. è qui che la conoscenza delle progressioni e soprattutto delle regressioni degli esercizi può fare un’enorme differenza nel mantenimento del carico e del pattern di movimento così da ridurre i tempi di ritorno allo sport. Sembriamo spaventati addirittura nel provare le regressioni. Ad esempio, se un atleta non è in grado di fare uno squat a causa di una problematica al rachide lombare semplicemente conoscere le catene cinetiche o il “four by four movement matrix” (stazione eretta, seduti sulle ginocchia, quadrupedia e supino/prono) ti può aiutare nel regredire il programma di allenamento così da mantenere la forza nelle aree coinvolte. Per uno squat ad esempio, possiamo semplicemente ridurre leggermente il peso, ridurre la profondità con un box squat a 90° o passare ad un front squat per ridurre il carico assiale. Anche se questo non è applicabile in ogni singolo caso, una solida conoscenza delle progressioni e delle regressioni ci può aiutare per ridurre la perdita di massa muscolare e di forza negli individui infortunati e a ridurre i tempi di recupero.

Ecco alcune regressioni/progressioni per 8 pattern di movimento fondamentali:

SQUAT PATTERN

Squat a corpo libero > goblet squat > front squat > back squat

HINGE PATTERN

Kettlebell hip hinge sul muro > Stacco rumeno > Stacco dai blocchi > Stacco da terra

LUNGE PATTERN

Split squat > Bulgarian split squat > Affondo posteriore > Affondi in camminata

BRIDGE PATTERN

Glute bridge a corpo libero > Glute bridge con carico > Hip thrust a corpo libero > Hip thrust con carico

HORIZONTAL PUSH PATTERN

Piegamenti > Panca piana con manubri > Panca piana con bilanciere

HORIZONTAL PULL PATTERN

Rematore inverso > Pulley > Rematore singolo con manubrio > Rematore con bilanciere

VERTICAL PUSH PATTERN

Spinta verticale singola con manubrio > Lento avanti con manubri > Lento avanti con bilanciere

VERTICAL PULL PATTERN

Lat pull-down (un solo braccio) > trazione assistita > trazione

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CONCLUSIONI

Se sei un fisioterapista che vuole migliorare le proprie conoscenze nell’ambito dello strength and conditioning leggere articoli come questo ti può aiutare ma niente batte l’esperienza sul campo. Mettiti in contatto con un coach di S&C nella tua zona e osserva mentre lavora e prova tu stesso alcuni degli esercizi. 9 volte su 10 un coach di S&C sarà felicissimo di averti li con te e probabilmente anche lui vorrà avere informazioni dal tuo lavoro!

Spero che questo articolo vi abbia dato delle conoscenze base dello strength and conditioning e che da oggi possiate utilizzare queste informazioni nella vostra pratica quotidiana.

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